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Fluoroprofilassi, cos’è e come funziona

Dr. Leonardo Miceli

Dr. Leonardo Miceli

Direttore Sanitario Dello Studio

Tabella dei Contenuti

Almeno una volta nella vita ci sarà capitato di comprare un dentifricio al fluoro, ma non tutti sanno perfettamente cosa comporti il suo corretto e regolare utilizzo. In questo articolo non solo ti verrà spiegato cos’è la fluoroprofilassi, e come può essere effettuata, ma ti verrà anche spiegato in cosa si può incorrere nel caso si assuma troppo fluoro, o nel caso lo si assuma nel modo sbagliato.

In modo particolare, affronteremo questo argomento parlando dei benefici e dei rischi della fluoroprofilassi per quanto riguarda neonati e bambini.

Che cos’è il fluoro

Il fluoro è un elemento già presente nell’organismo umano, anche se in piccole quantità. Questo elemento è infatti molto importante per la mineralizzazione delle ossa e dello smalto. Per questo, viene spesso utilizzato per prevenire carie dentali o per irrobustire ossa fratturate o debilitate dall’osteoporosi.

Cosa si intende per fluoroprofilassi?

La fluoroprofilassi è quella terapia medica che prevede la somministrazione di fluoro per rafforzare lo smalto e prevenire l’insorgere di carie dentali, e si può effettuare tramite una somministrazione topica – solitamente più accreditata dagli esperti del settore, oppure una supplementazione sistematica – tramite, quindi, l’assunzione di integratori alimentari.

Per quanto riguarda la somministrazione topica, si tratta di assunzione tramite dentifrici specifici, il quale beneficio viene a verificarsi solo in caso si utilizzi nel modo corretto e nella giusta quantità.

Parlando, invece, della supplementazione sistematica, sono tanti i dubbi e le incertezze degli stessi odontoiatri, che la sconsigliano in quanto si verrebbe a creare una sovra-assunzione derivata da più fonti diverse, possano queste essere sia naturali che artificiali.

La fluoroprofilassi nei neonati e nei bambini

In base all’età del bambino, ovviamente, cambia il rapporto di fluoro da introdurre nell’organismo. Tuttavia, sin dai primi dentini del bambino, e quindi a partire generalmente dai suoi dodici/diciotto mesi di vita, si può iniziare questo tipo di terapia, così da rendere da subito più forte e più sano il suo sorriso.

A partire quindi dal primo anno e mezzo del bambino, o comunque a partire dalla fuoriuscita dei suoi primi dentini, si consiglia una prima visita da uno specialista, questo affinché ci si possa affacciare verso il mondo della fluoroprofilassi sicuramente in maniera più consapevole.

La fluoroprofilassi secondo l’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Società si è recentemente mostrata contrariata alla fluoroprofilassi nei bambini, in alcuni casi, per più di una ragione.

In questa sezione dell’articolo, infatti, affronteremo i lati più negativi di questa terapia, ed i suoi inevitabili rischi se effettuata secondo modalità non corrette.

È certo che qualsiasi terapia odontoiatrica possa restituire importanti effetti collaterali, e questo dipende soprattutto se il paziente ha consapevolmente evitato di parlare con il suo dentista a proposito della terapia da assumere.

Vediamo quindi come si pronuncia l’OMS a proposito della fluoroprofilassi nei bambini.

Effetti collaterali sullo sviluppo cognitivo

Come si è letto all’inizio di questo articolo, il fluoro è un elemento già presente nell’organismo umano, ma non solo in quello, bensì anche nella nostra quotidianità. Già solo essendo abituati a bere l’acqua dai rubinetti delle nostre abitazioni, ci si espone ad un’elevata assunzione di fluoro.

Se bevuta durante la gravidanza, o se utilizzata nella preparazione artificiale di latte in polvere, durante il periodo neonatale, è naturale che anche il bambino ne assumerà quotidianamente in piccola parte. Questo può a lungo andare apportare dei danni sullo sviluppo cognitivo.

Uno dei disturbi più accreditati dettati dalla sovrassunzione di fluoro nei bambini è la loro stessa iperattività unità ad un discreto disturbo da deficit dell’attenzione. In casi come questi è ovvio che il comportamento corretto sarebbe quello di limitare l’assunzione di fluoro, affinché i danni non rischino di peggiorare significativamente.

Attenzione alla supplementazione sistematica

Come accennavamo poco fa, la supplementazione sistematica non è la terapia che odontoiatri ed esperti indicano come migliore.

Oltre a numerevoli decreti legge che sono stati fissati affinché nelle nostre acque potabili ci siano i valori massimi tollerati di fluoro, quello che ad oggi è sicuramente l’atteggiamento più corretto è sostituire del tutto la supplementazione sistematica con la somministrazione topica, e cioè l’utilizzo di paste dentifricie contenenti 1.000-1.500 ppm (“Parti Per Milione” – si tratta di un’unità di misura utilizzata per indicare la quantità di concentrazione di una sostanza) di fluoro – con l’accortezza che ci sia sempre un adulto vicino ai bambini che ne prevenga l’ingestione.

Tuttavia, l’accortezza nell’utilizzo di paste dentifricie risiede anche e soprattutto nelle quantità utilizzate. Fermo restando che ogni paese dichiara le proprie modalità di utilizzo, in questa sezione dell’articolo verrà esplicitato quanto dichiarato dall’OMS.

L’organizzazione, infatti, ha raccomandato l’utilizzo di paste dentifricie fluorurate per due volte al giorno, moderandone la quantità in base all’età del bambino. Si raccomanda, pertanto, l’utilizzo di 0,1 mg di concentrazione (circa la dimensione di un chicco di riso) fino al compimento del terzo anno di età, e l’utilizzo di massimo 0,25 mg di concentrazione (circa la dimensione di un pisello) dal terzo al sesto anno di età.

Si arriva ad un massimo consentito di 1,45mg di concentrazione superato il sesto anno di età del bambino.

Le quantità espresse in questo articolo sono ovviamente da calcolarsi singolari per ogni volta che ci si lavi i denti. Si ricorda che l’OMS raccomanda queste dosature per due volte al giorno. 

Il fluoro riporta danni a livello celebrale?

In caso di uso eccessivo (superando quindi i 4 mg di fluoro al giorno) o uso errato sì, il fluoro può rischiare di causare danni anche a livello celebrale. Questo perché l’assunzione di fluoro può disturbare l’attività di diversi enzimi, ma può anche alterare il metabolismo delle vitamine e incrinare la funzione vera e propria del sistema nervoso centrale, ma anche di reni, fegato, cuore e anche altri organi.

Un altro tipo di danno può essere la fluorosi dentale o, nei casi più gravi, quella scheletrica.

Che cos’è la fluorosi dentale?

La fluorosi è una delle tante conseguenze che può portare l’assunzione errata o sovra-dosata di paste dentifricie o integratori fluorurati. Ma come si presenta la fluorosi?

Il campanello d’allarme più identificativo per quanto riguarda la diagnosi di fluorosi sono le macchie dentali. Infatti questo tipo di patologia va proprio ad alterare quella che è la normale superficie dello smalto dei nostri denti.

Si tratta, infatti, di una vera e propria ipomineralizzazione, e le macchie opache o striature bianche possono rappresentare oltre ad un danno anti-estetico anche un danno a livello osseo.

Gli stadi di gravità della fluorosi

La fluorosi può avere diversi stati di gravità.

Quelli meno gravi, di solito, si presentano procurando macchie o striature biancastre sulla superficie dei nostri denti, mentre quelli più gravi possono arrivare a procurare anche una compromissione della struttura e della forma del dente.

Come agire contro la fluorosi

Ad oggi i rimedi contro questa patologia sono tanti e si adattano a diversi stadi di gravità in cui essa si presenta. Di sicuro, chiedere un consiglio al tuo odontoiatra rappresenta per te la scelta migliore, in quanto può lui stesso visionare lo stato attuale dei tuoi denti e consigliarti il trattamento migliore.

Tuttavia, in questa sezione dell’articolo esplicheremo alcuni rimedi.

Il primo, nonché più rapido rimedio è lo sbiancamento dentale. Nonostante ad oggi esistano tantissimi kit “fai da te”, spingiamo sempre i pazienti affinché si rivolgano sempre e solo a gente esperta del settore.

Per i casi di fluorosi più gravi, dove magari il dente è stato intaccato in maniera irreversibile e necessita quindi di cure specifiche, è possibile anche richiedere l’applicazioni di “faccette dentali”, delle “corone” artificiali che andranno a ricoprire il tuo dente e a restituirti quindi un sorriso di nuovo impeccabile.

Tra i rimedi troviamo invece anche la remineralizzazione, e cioè l’applicazione di una crema specifica a base di fosfato che, unita talvolta ad interventi specifici dell’odontoiatria moderna, mirano e minimizzare lo scolorimento dei denti.

Come posso prevenire la fluorosi?

È importante ricordarsi che il fluoro è costantemente presente nella nostra quotidianità e, pertanto, anche in ciò che beviamo e/o mangiamo. Per combattere la sua sovra assunzione, e quindi prevenire la fluorosi, è indispensabile seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata fin dalla nostra infanzia.

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